Bancaria n. 9/2008


Mensile dell'Associazione Bancaria Italiana

 

Editore
Bancaria Editrice
Anno
2008
Pagine
104
Disponibilità
Disponibile
Prezzo Copertina € 15,00
IVA assolta dall'editore

Presentazione

 

Editorial policy di Bancaria
Contributi: Le politiche di pricing in banca:modelli interpretativi, tendenze evolutive, aree critiche
Il pricing in banca è tema affascinante e di grande attualità. Trova le proprie radici nelle peculiarità dei processi produttivi e dei prodotti bancari, l'impulso ad affinarsi e svilupparsi nelle pressioni competitive esercitate dagli attuali mercati, il sostegno alla crescita nell'avanzamento degli studi di marketing e nella crescente sofisticazione delle tecniche manageriali. Le banche stanno reagendo al diverso contesto concorrenziale differenziando le proprie politiche di pricing. Per tendere a politiche più consapevoli servono ulteriori sforzi per disporre di modelli di pricing efficaci, conoscere con precisione i propri costi, misurare accuratamente i rischi.
Il pricing dell'attività di consulenza nel risparmio gestito: profili finanziari e normativi
Le più frequenti motivazioni addotte per spiegare la crisi del settore del risparmio gestito riguardano il trattamento fiscale penalizzante rispetto ai fondi di diritto estero, l'eccessiva trasparenza rispetto ad alternative disponibili sul mercato finanziario italiano e la struttura dell'offerta. Il tema del pricing nella gestione del risparmio si colloca, quindi, a pieno titolo nel dibattito sulla più opportuna configurazione della catena del valore del risparmio gestito e sulla distinzione introdotta dalla disciplina MiFID e dal suo recepimento nella legislazione italiana tra attività di consulenza, collocamento ed execution.
I rapporti banca-cliente nella normativa MiFID.Un primo commento
La logica della normativa MiFID, pur nella diversa modulazione della figura del cliente, sta essenzialmente nella duplice esigenza di: fornire al cliente ogni possibile elemento di valutazione dell'operazione, soprattutto del possibile rischio; fornire alla banca ogni possibile dato concernente il cliente al fine di conoscerlo prima di raccomandargli servizi di investimento e strumenti finanziari adatti o di compiere le operazioni da lui richieste.
Strategie: Produttività totale dei fattori e condizioni di mercato nei principali settori dell'economia italiana: 1980-2006
La produttività totale dei fattori può essere stimata con una metodologia integrativa dell'approccio tradizionale di Solow, rimuovendo le ipotesi di mercati perfettamente concorrenziali ed economie di scala costanti. I risultati così ottenuti confermano il forte ruolo giocato, nell'insoddisfacente performance macroeconomica italiana degli ultimi anni, dall'andamento della produttività, cui ha contribuito in senso negativo soprattutto l'industria in senso stretto.
Fisco e tributi: Il trattamento degli strumenti finanziari nell'imposta sulle successioni e donazioni
Con il decreto legge 262/2006, convertito nella legge 286/2006, è stata formalmente reintrodotta l'imposta sulle successioni e donazioni, secondo le disposizioni del relativo Testo unico. Successivamente, la legge finanziaria per il 2007 e quella per il 2008 hanno apportato ulteriori modifiche su cui è intervenuta l'Agenzia delle Entrate con diversi chiarimenti e istruzioni su aspetti particolari, relativi a: la determinazione dell'asse ereditario; il trattamento degli strumenti finanziari; la costituzione di vincoli di destinazione; il trust.
Alcune riflessioni sulla misurazione della pressione fiscale delle imprese
È indubbia l'utilità di disporre di un semplice indicatore di pressione fiscale per primi ragionamenti sull'entità del carico fiscale. L'indicatore di pressione fiscale Imposte/Utile ante imposte, il più comunemente usato nella prassi finanziaria, presenta alcune criticità che inficiano la sua capacità di segnalare correttamente il peso del prelievo fiscale di anno in anno sperimentato e quindi del trend in atto. Per aumentarne significatività e capacità segnaletica deve essere corretto, normalizzato e costruito in modo da tener conto dell'evoluzione normativa fiscale e contabile. Senza operare le opportune normalizzazioni, c'è un rischio concreto di trarre delle conclusioni sul singolo dato annuale o di trend non corrette e su di esse operare delle scelte micro (aziendali) o macro (politica fiscale del legislatore) inopportune.
Sistemi gestionali: La valutazione del rischio strategico: un approccio integrato
In Italia, con l'approssimarsi della scadenza del primo adempimento ufficiale relativo al rendiconto economico sull'adeguatezza patrimoniale da inviare alla Banca d'Italia, l'attenzione delle istituzioni finanziarie si va concentrando sulle problematiche relative al Secondo Pilastro di Basilea. Viene proposto un approccio integrato per il governo del rischio strategico, focalizzandosi sul modello quantitativo per la gestione del rischio di business, inteso come la componente del rischio strategico che esprime l'eventualità di incorrere in variazioni impreviste sui volumi e/o sui margini dovute a cambiamenti del contesto competitivo o del comportamento della clientela.
Finanza: La valutazione deglli strumenti finanziari e la composizione dei portafogli degli Oicvm
Le riflessioni relative alla valutazione degli strumenti finanziari sono assurte alla ribalta in un momento di grande tensione sui mercati finanziari, contraddistinti da elevata volatilità e scarsa liquidità. Le tematiche analizzate, se viste in assoluto e al di fuori dei contesti turbolenti quali quello attuale, sottolineano l'esigenza di garantire un'informativa contabile attendibile e corretta e di avere una composizione dei portafogli degli Oicvm adeguata ai requisiti imposti dall'attuale normativa.
La strategia calendar: tra teoria e operatività
Le strategie calendar spread - che prevedono l'acquisto e la contestuale vendita di due opzioni dello stesso tipo, call o put, con medesimo strike, nominale e sottostante, e che differiscono solo per scadenza - basano la loro efficacia sull'analisi di come le tre principali variabili che incidono sul valore estrinseco delle opzioni producono i loro effetti.
Lavoro: Le politiche retributive delle banche italiane nel confronto con l'Europa
Il costo del lavoro bancario, a livello europeo, è differenziato, da un lato, per l'influenza di retribuzioni di diversa entità e, dall'altro, per il diverso peso di oneri sociali che provocano una grande dispersione tra i partner europei in termini di costo del personale, retribuzioni lorde e nette. È indispensabile che il sistema bancario italiano permanga in quel quadro di stabilità dei costi che ha consentito di ristrutturarsi, recuperare redditività, consolidare il proprio patrimonio e prepararsi alle sfide della globalizzazione. In quest'ottica il contratto siglato l'8 dicembre 2007 consente di dare certezze sia ai lavoratori che alle imprese.
In allegato: RapportoABI sui mercati finanziari e creditizi
Luglio 2008