Bancaria n. 4/2001


Mensile dell'Associazione Bancaria Italiana

Editore
Bancaria Editrice
Anno
2001
Pagine
104
Disponibilità
Esaurito
Prezzo Copertina € 15,00
IVA assolta dall'editore

Il secondo documento del Comitato di Basilea e la gestione del rischio di credito e del rischio operativo nelle banche italiane
Le nuove proposte di modifica dell' Accordo sul Capitale, presentate nel gennaio 2001 dal Comitato di Basilea (di cui fanno parte le autorità di vigilanza di 45 paesi), sono il tema su cui Bancaria apre un dibattito, dopo i numerosi contributi pubblicati nel 1999 e 2000. In questo numero, interamente dedicato all' argomento, pubblichiamo la sintesi dei position paper ABI e gli interventi di esponenti della Banca d' Italia, del mondo accademico e delle banche.
Position paper del sistema bancario italiano sulla revisione della disciplina dei requisiti minimi patrimoniali ' executive summary
ABI
Il documento dei Comitato di Basilea del gennaio 2001 rappresenta un significativo avvicinamento alle logiche e prassi gestionali degli intermediari, ma lascia aperte numerose preoccupazioni su diversi aspetti specifici in materia di rischio di credito e rischio operativo.
L' intensa discussione sulle proposte che si è sviluppata nel sistema bancario italiano si concretizza in questo position paper dell' ABI, di cui pubblichiamo in questo numero l' executive summary (il documento completo sarà pubblicato nel n. 6), che individua le diverse criticità e le possibili soluzioni che tengano conto della realtà e delle esigenze delle banche italiane ed europee.
Proposta di nuovo Accordo sul Capitale: linee generali del secondo documento di consultazione del gennaio 2001
Le nuove proposte del Comitato di Basilea costituiscono un ambizioso progetto di revisione generale delle regole di adeguatezza patrimoniale degli intermediari bancari, volta ad assicurare una copertura più ampia dei rischi e una loro misurazione più precisa, in linea con le prassi più evolute di autocontrollo interno. Sotto il profilo dei contenuti, l' articolo analizza la logica del sistema dei rating interni per la misurazione del rischio di credito, l' impianto generale dei requisiti patrimoniali sui rischi operativi e le caratteristiche del cosiddetto processo di controllo prudenziale, che insieme alla informativa pubblica costituirà un ulteriore pilastro della nuova disciplina prudenziale, ad integrazione dei requisiti patrimoniali minimi obbligatori. Si considerano infine gli effetti attesi della proposta, valutandone la coerenza tra obiettivi e contenuti.
Ambito di applicazione e metodo standardizzato di misurazione del rischio di credito
Il secondo documento di consultazione sulla proposta di riforma dell' Accordo sul Capitale presenta significative innovazioni con riferimento all' ambito di applicazione e al metodo standardizzato di misurazione del rischio di credito. In particolare, si concentra l`attenzione su questo secondo aspetto, mettendone in evidenza le principali modifiche progettate: il ricorso alle valutazioni delle agenzie di rating ai fini della determinazione delle ponderazioni di rischio e le nuove regole prudenziali in materia di credit risik mitigation. Si analizza infine il trattamento di vigilanza proposto per le operazioni di cartolarizzazione, che armonizza per le banche originanti gli orientamenti assunti negli ultimi anni dalle autorità di vigilanza dei paesi aderenti al Comitato di Basilea.
La riforma dell'Accordo sul Capitale: il funzionamento del metodo dei rating interni
Nell' ambito della nuova proposta di Accordo sul capitale, emanata nel 2001 dal Comitato di Basilea, la principale innovazione introdotta nella misurazione dei rischi di credito, è costituita dalla possibilità di utilizzare i propri sistemi di classificazione della clientela anche a fini prudenziali. Si analizza quindi il funzionamento del metodo dei rating interni per i crediti verso le imprese - ai quali sono assimilati quelli verso le banche e i paesi sovrani - e per quelli al dettaglio (retail), mettendo in evidenza gli aspetti ancora non definitivi della proposta, e sui quali si attendono commenti espliciti dagli operatori.
I requisiti di capitale a fronte del rischio operativo
Il nuovo documento di Basilea ha previsto un esplicito requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo, definito come il «rischio di perdite dirette o indirette derivanti da fallimenti o inadeguatezze dei processi interni, dovuti sia a risorse umane sia a sistemi tecnologici, oppure derivanti da eventi esterni». Il requisito patrimoniale sarà costruito partendo da una quota (fissata dal Comitato al 20%) dell' attuale requisito che si ritiene le banche utilizzino, già oggi, per coprire i rischi operativi.

Per definire le modalità con cui ogni banca calcolerà il nuovo requisito, il Comitato ha individuato 3 diversi approcci, aventi crescente complessità: il basic indicator approach collegato a un unico indicatore finanziario, lo standardised approach, con un indictore per ogni linea di business, e l' internal measurement approach, che consente di determinare il requisito patrimoniale per ogni combinazione di area operativa e tipologia di perdita.
I riflessi sui processi di concessione e revisione dei crediti della nuova proposta di Basilea
La nuova proposta di Basilea sui requisiti patrimoniali definisce le caratteristiche dei processi di rating utilizzabili a fini regolamentari, e dà indicazioni sull' assetto auspicato dei processi gestionali. Vengono statuite tre convergenze: quella tra sistemi regolamentari e gestionali, quella tra processi operativi e direzionali, quella del trattamento scelto per i diversi segmenti di mercato e le diverse unità di un gruppo bancario rilevante. In secondo luogo, si privilegiano i «rating interni» alle banche, poiché si ritiene che per i tipici debitori bancari non sussistano le condizioni necessarie per l' adozione di affidabili rating esterni. In terzo luogo si danno indicazioni sulla struttura del sistema di rating interno, tentando di garantire un adeguato equilibrio tra vincoli regolamentari e libertà gestionali critico è ilo ruolo dei «modello» nei processi di assegnazione dei rating.
L'Accordo di Basilea 2001: verso una nuova regolamentazione dei requisiti del capitale bancario
Il nuovo documento di Basilea presenta molti punti interessanti, come la possibilità offerta alle banche di dotarsi di un proprio sistema di rating interno, che rappresenta un possibile primo passo nella direzione dell' adozione di modelli interni di gestione del rischio di credito. Altrettanto interessante è il riconoscimento di strumenti quali la securitization e alcune tipologie di credit derivatives. Suscita maggiore perplessità la richiesta aggiuntiva di quote di capitale a copertura del rischio operativo, in particolare l' ancora imperfetto meccanismo di calcolo e l' adozione di un indicatore quale il gross income che potrebbe penalizzare le banche italiane. Quanto al terzo pilastro l' idea di utilizzare il mercato come alleato delle Banche centrali nell' incentivare le banche a detenere un livello adeguato di capitale, in principio corretta, può generare effetti non desiderati in presenza delle differenti fasi del ciclo.
Il nuovo Accordo di Basilea: possibili implicazioni per le banche italiane
Oltre a una lieve modifica dell' approccio standardizzato presentato nel documento di consultazione del giugno 1999, il Comitato di Basilea propone un approccio basato sui sistemi interni di rating per la determinazione del capitale regolamentare relativamente ai portafogli di prestiti bancari, secondo un sistema di requisiti patrimoniali più sensibile al rischio di credito. In base a particolari assunzioni, questi requisiti possono essere ricondotti a una misura di VaR prodotta dai modelli disponibili sul mercato. Le nuove regole sono tuttavia suscettibili di avere un impatto anche relativamente ai portafogli corporate delle banche italiane, utilizzando i tassi di decadimento recentemente resi pubblici dalla Banca d' Italia.
Il trattamento delle tecniche di mitigazione del rischio di credito nella proposta di Basilea
Il trattamento delle tecniche di mitigazione del rischio di credito proposto da Basilea presenta significativi punti di forza per il sistema bancario, ma anche criticità relative soprattutto al trattamento regolamentare dei credit derivatives: da un lato esse riguardano il significato economico e, quindi, la necessità dell' applicazione dei floor factor, dall' altro il mancato riconoscimento esplicito dell' effetto della correlazione tra il rischio del garante e quello dell' attività garantita (double default effect).
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