Bancaria n. 12/2005


Mensile dell'Associazione Bancaria Italiana

Editore
Bancaria Editrice
Anno
2005
Pagine
112
Disponibilità
Disponibile
Prezzo Copertina € 15,00
IVA assolta dall'editore

Presentazione






Finanza d'impresa, un ponte per lo sviluppo
La collaborazione tra Confindustria e ABI, tra le imprese bancarie e le imprese produttive, si sta sviluppando e intensificando.
Le imprese hanno bisogno di credito ma anche di finanza per affrontare i nuovi fabbisogni legati al contesto normativo in evoluzione e per affrontare le sfide che vengono dai mercati globali e dalla perdita di competitività del nostro sistema. Per la promozione della finanza di impresa, le banche, in quanto principali interlocutori delle imprese, possono sostenere il sistema produttivo valutandone i fabbisogni finanziari e indirizzandolo verso gli strumenti più adatti.
Crescere con Basilea 2: condizioni e opportunità
Basilea 2 da minaccia può trasformarsi in opportunità per inaugurare un nuovo metodo di lavoro, ma soprattutto per creare valore e contribuire alla crescita e alla ripresa del Paese. Soprattutto per le imprese, che possono beneficiarne in termini di aumento di concorrenza, di dimensioni e di rapporti con le banche.
Antonio Baldassarre
La Corporate social responsibility rappresenta ormai un tema di ineludibile centralità nell'organizzazione dell'impresa, i cui orizzonti si sono ampliati, dall'unico obiettivo iniziale di tutela del proprio profitto, fino al raggiungimento sul mercato di una posizione di rispetto e di soddisfacimento delle aspettative degli stakeholder e di quelle esigenze di carattere sociale per le quali, oltre alla normazione pubblica, è sempre più richiesta una efficace azione di autodisciplina.Anche le imprese bancarie si trovano quotidianamente a confronto con tale scenario radicalmente mutato e con la necessaria ricerca di nuovi modelli operativi e normativi, magari mutuati da analoghe esperienze in altri settori imprenditoriali.
L'interesse della società e la responsabilità sociale dell'impresa
Il dibattito sulla natura dell'interesse sociale è da sempre imperniato sul confronto tra la concezione contrattualista che vede l'impresa, una volta adempiuti i dettami legislativi, vincolata a rispettare sempre e solo l'interesse dei propri azionisti come stipulato dal contratto sociale, e quella neoistituzionalista secondo cui gli amministratori sono considerati come mediatori tra le diverse categorie di stakeholder. Se, nel primo caso, uno degli elementi più critici resta l'eccessivo margine di discrezionalità lasciato ai manager, nel secondo è in questione la scarsa possibilità di attuazione pratica degli assunti teorici. Sono possibili invece prospettive realistiche basate sull'individuazione e sull'introduzione di meccanismi istituzionali in grado di valorizzare la crescente domanda di responsabilizzazione dell'impresa e su una gestione maggiormente finalizzata a obiettivi di lungo periodo.
Banca e responsabilità sociale d'impresa tra prescrizioni normative e autoregolamentazioni
Tra responsabilità sociale e corporate governance esistono forti elementi di complementarità, innanzitutto perché entrambi questi elementi sono fattori competitivi che determinano la posizione di un'azienda (e ovviamente anche di un'impresa bancaria) rispetto al suo mercato di riferimento, agli investimenti e agli investitori che intende attrarre e agli obiettivi che si intendono perseguire. In secondo luogo perché tra di essi esiste un nesso di propedeuticità: l'adempimento degli obblighi assunti in sede di responsabilità sociale passa necessariamente per un assetto di governo che favorisca tali impegni.
Ias/Ifrs: problemi aperti per le imprese e per le banche e prospettive di applicabilità alle Banche centrali dell'Ue
Il processo di avvicinamento agli Ias/Ifrs pone in evidenza le principali differenze con i principi tradizionali e le problematiche ancora aperte, in particolare per le banche. È da tenere in considerazione anche la possibile influenza che gli Ias potranno avere sulla redazione del bilancio delle Banche centrali dell'Ue.
Corporate banking: verso un nuovo modello di servizio di partnership con le piccole e medie imprese italiane
L'azienda Italia, per ritrovare la sua vitalità, necessita di scelte radicali e prese di posizione strategiche che modifichino realmente e sostanzialmente il suo modo di operare e le logiche stesse di cooperazione. Solo una sostanziale ridefinizione degli obiettivi e dei modelli di servizio del corporate banking, nonché un desiderio imprenditoriale delle banche e delle imprese di divenire partner strategici di lungo periodo rappresenterebbero un coerente passo per il rilancio della competitività e della crescita del Paese.
Un modello di business per la consulenza finanziaria integrata alle Pmi
Lo sviluppo di una rete di consulenti che affianchi le Pmi nei rapporti con il sistema bancario avrebbe un impatto profondo sui servizi bancari allo small business. Il modello che ipotizziamo potrebbe ispirare nuovi modi di organizzare le reti bancarie nel segmento small business finalizzati a generare redditi da commissioni e ad assicurare uno sbocco all'offerta della rete retail e delle società prodotto, riconquistando spazi di mercato insidiati dai consulenti.
Verso un nuovo assetto regolamentare e di vigilanza nell'Ue: l'evoluzione dopo Fsap e Comitology
Da una prima valutazione del nuovo impianto regolamentare del Financial services action plan emergono luci e ombre: a fronte dell'indubbio successo nell'ambito Ue per la definizione del Piano d'azione e per il suo completamento, rimangono infatti aspetti da approfondire che presentano connotazioni talvolta problematiche.
La trasposizione nei 25 ordinamenti nazionali di un complesso corpo normativo, che copre l'intero spettro dell'intermediazione finanziaria, risulta difficoltosa, con riferimento ai tempi e alle modalità. Se si registra un generale apprezzamento per l'impianto della Comitology, vi sono aspetti che richiedono ancora miglioramenti e verifiche. Si pone, infine, il problema di una struttura di vigilanza che permane su base nazionale: su di essa si stanno innestando i lavori dei comitati con possibili evoluzioni verso una nuova architettura dei controlli a livello europeo.
Più finanza e meno credito per lo sviluppo innovativo delle imprese
Le banche e gli intermediari di loro emanazione hanno i mezzi e gli strumenti per sostenere l'equity delle imprese che investono per crescere, ma gli imprenditori devono abbandonare la sostanziale diffidenza all'apertura del loro capitale di rischio a soggetti esterni. Spetta a entrambe le parti delineare un nuovo quadro di riferimento che, componendo gli aspetti più critici del rapporto banca-impresa nell'offerta di mezzi propri, crei le condizioni per ottimizzare il trasferimento delle risorse finanziarie, anche se la spinta all'innovazione deve provenire in primo luogo dai settori cui sono destinati i finanziamenti.
Aspetti di regolamentazione degli hedge fund negli Stati Uniti
Il forte sviluppo quantitativo e qualitativo degli hedge fund è stato accompagnato da due differenti approcci della regolamentazione. Il primo, quello statunitense, non prevede una regolamentazione diretta ed esplicita, a differenza del modello europeo, disciplinato dai legislatori nazionali. Il modello Usa si basa, quindi, sulle dinamiche del mercato e le autorità confidano in un elevato livello di controllo delle controparti e degli investitori.
I costi Ict delle banche nella Rilevazione dello Stato dell'automazione del sistema creditizio
La Rilevazione dello stato dell'automazione del sistema creditizio, condotta annualmente dalla Cipa in collaborazione con l'ABI, esamina i profili economici, organizzativi e di sicurezza dell'utilizzo delle tecnologie nelle banche, nelle loro funzioni produttive e distributive e in quelle amministrativo-gestionali. L'indagine evidenzia le tendenze di fondo nella relazione che intercorre tra tecnologie e banche, fornendo anche agli operatori bancari un metro di raffronto che può essere di ausilio per la valutazione della propria situazione e per l'assunzione delle decisioni inmateria informatica.
Legislazione bancaria e profittabilità delle banche commerciali negli Stati Uniti
Le banche commerciali statunitensi presentano indici di profittabilità, quali il Roe e il Roa, notoriamente superiori a quelli delle banche dell'Europa continentale. La decomposizione del reddito operativo lordo nelle sue componenti costitutive rivela come tale maggiore redditività derivi non tanto dalla struttura dei costi, inclusi gli accantonamenti prudenziali, quanto da più elevati valori del margine di interesse e dei ricavi diversi dagli interessi. La crescita di quest'ultima componente, accentuata dall'approvazione di importanti provvedimenti negli anni '90, rappresenta il contributo più rilevante al miglioramento della profittabilità delle banche statunitensi.
Libri: Le banche popolari, interlocutori privilegiati delle Pmi
In allegato
Rapporto ABI sui mercati finanziari e creditizi (Novembre 2005).